Feb. 26th, 2020

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Fandom: Anne with an E
Warning: Drabble 300 parole
Prompt: M2, Il matto

Questa storia partecipa al cowt10 di Lande di Fandom


Anna lo vede tra la folla, ha un berretto che gli copre i capelli scuri, il sorriso tirato sul volto come se glielo avessero disegnato e non potesse più smettere. Un piccolo cane bianco lo segue e sembra emularlo nella sua ostentazione di finta felicità.  

Tutti si tengono a debita distanza eppure non si allontanano del tutto, in un gioco di attrazione e repulsione che non riesce a spiegarsi, soprattutto perché lei sembra non esserne affetta. O comunque non nel modo in cui lo sono gli altri.  

Se ne sente attratta in un modo inconcepibile e misterioso, a tratti persino spaventoso, quello sì, ma la figura davanti a sé non la respinge affatto. Si sente incuriosita dal suo incessante camminare, dal suo perpetuo vagare e dal suo sorriso costretto che sfoggia come un'armatura.  

Cosa ci sarà dietro quella maschera? Chi si nasconde davvero dietro gli abiti eccentrici e sgargianti? Cosa celano gli occhi che scrutano chiunque davanti a lui e sembrano non fermarsi mai su nessuno?

Ma soprattutto, perché la sua mente non riesce a distogliersi da quegli interrogativi?  

L’ultimo interrogativo che gli si para in testa è forse il più difficile da accettare ed anche il più complesso a cui trovare risposta. In un qualche strano e oscuro modo sente di comprendere il ragazzo davanti a lei anche senza conoscerlo affatto. Sente la necessità di seguirlo e al tempo stesso di portarlo con sé. Ha la sensazione di voler essere salvata da lui e al tempo stesso sacrificarsi per gli occhi che non combaciano con il sorriso incastonato nel viso.  

In un modo perverso e strano, si rende conto di voler tutto e desiderare nulla da lui. E forse è per queste contraddizioni che nel momento esatto in cui lo pensa ha già fatto un passo verso di lui.



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Fandom: Anne with an E
Warning: Drabble 300 parole
Prompt: M2, il bagatto

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Anna se ne va in giro con il cestino stretto al petto pieno di uova e pane che le occorrono per la cena. I giorni di mercato le mettono sempre allegria, c’è qualcosa di frizzante nell’aria, le persone sembrano più cordiali e il sole sembra splendere di una luce diversa.

Se ne va in giro con il naso all’insù e la voglia di posare gli occhi su tutta quella felicità, su ogni singola persona investita di quel sentimento e farsi investire lei stessa. Ed è così che lo vede. Un ragazzo alto, dai capelli neri e gli occhi scuri che se ne sta dietro un banchetto con delle carte e una povera colomba in una gabbia.

La vista dell’animale imprigionato l’avrebbe fatta intristire in ogni caso, ma ancor di più le procura dispiacere in quel momento in cui tutto sembra gioioso, ad eccezione della tetra gabbia.

«Come ti viene in mente di tenere imprigionato un essere così delicato e puro? Voi, signore, dovreste vergognarvi e lasciarla andare»

Il ragazzo la guarda dapprima confuso, poi sorride di sghembo e coprendosi la mano con un fazzoletto bianco le dice: «Non dovresti farti ingannare dalle apparenze», ed in quel momento esatto, liberando la mano dal fazzoletto con un gesto leggiadro, fa apparire la colomba che vola via libera dal giogo delle sbarre che la trattenevano. «Come, vedi la colomba è libera».

Anna rimane senza parole, con la bocca che crea una piccola “o” muta e gli occhi fissi sulla gabbia vuota. Infine, sorride apertamente, di nuovo investita dall’allegria di quel giorno ed anche da qualcosa di nuovo che non sa spiegarsi. Guarda il ragazzo e non sa cosa dire.

Le viene incontro lui, ponendole una domanda strana: «Ora la colomba è libera. Tu lo sei?»

Anna lo fissa e istintivamente risponde: «Ora sì».

 

 



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Fandom: Anne with an E
Warning: Drabble 300 parole
Prompt: M2, La papessa

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Gilbert strofina le mani nervosamente mentre la fila scorre lentamente. I due soli che illuminano Anctares sono entrambi molto alti in cielo e il caldo gli fa scendere piccole goccioline lungo il collo.

È strano per la sua mente estremamente razionale, ma la maggior parte delle persone sembra non aver bisogno di un medico come lui se c’è l’Alta Sacerdotessa ad ascoltare le loro lamentele. Ciò che più lo confonde è che spesso con il solo stare al suo cospetto davvero alcuni suoi pazienti sembrano guarire, oppure trovare soluzioni che prima non erano riusciti a cogliere, che neanche lui era riuscito a cogliere.

Per questo, in quel momento si trova in fila a morir di caldo, insieme ai suoi concittadini: per cercare conforto e soluzione agli interrogativi che gli affollano la mente e lo tormentano da qualche giorno. Da quando la signorina Winniefred gli ha fatto capire che gradirebbe molto una sua proposta di matrimonio.

Il suo turno arriva prima di quanto si aspettasse, considerata la fila. L’interno del tempio lo accoglie con un freddo innaturale. La navata centrale è piena di candele che gli indicano il cammino. Al termine del percorso una ragazza che potrebbe avere poco meno della sua età lo accoglie con un sorriso enigmatico. Porta una tunica bianca ed un mantello di un azzurro che fa risaltare il colore dei suoi occhi. I capelli sono una pioggia ramata che scende da sotto un copricapo con un grande globo in cima.

Gilbert si inginocchia, come gli hanno detto di fare, sente il cuore in tumulto, ancor più di quanto lo era prima. Mette in ordine pensieri e parole e poi pone la sua domanda.

«Se sei così indeciso da domandarlo, hai già la tua risposta», lo fissa serafica.

Sente il cuore perdere un colpo. Poi pace, finalmente.



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Fandom: Anne with an E
Warning: Drabble 300 parole
Prompt: M2, L'imperatrice

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Gilbert scosta i rami che gli si parano davanti senza troppe cerimonie, incurante delle mani che si graffiano. Sente la voce dei suoi amici spandersi nella notte buia come se fossero richiami di creature incantate.

Senza che se ne possa rendere conto il suo animo si unisce alla festa ed alle canzoni gioiose ancor prima di riuscire ad arrivare al luogo di incontro. Un sorriso aperto gli si dipinge sul volto, al pensiero della persona che lo attende insieme agli altri.

Le voci si fanno improvvisamente più chiare e nitide quando finalmente riesce ad uscire dalla macchia boschiva. Supera l’ultimo cespuglio che gli oscura la vista e ciò che vede gli scalda il cuore. I suoi amici sono tutti attorno al fuoco, ridono, corrono, ballano e cantano liberi e felici.

Su un rialzo poco distante c’è colei che da anni ormai invade i suoi pensieri e il suo animo. Ha il sorriso aperto che rivolge sempre a tutti, gli occhi socchiusi in due piccole mezzelune brillanti. I capelli sciolti che le ricadono dolcemente sulle spalle ed in testa una corona con delle stelle sulle punte. In mano stringe un bastone che funge da scettro e l’abito bianco è decorato da tanti fiori di tutte le dimensioni che, Gilbert ne è certo, deve aver messo insieme lei stessa.

«Gilbert, sei arrivato!»

«Vieni. Devi prestare giuramento all’imperatrice»

«Muoviti dai»

Senza farsi pregare più a lungo Gilbert va verso Anna, si inchina davanti a lei e poi la guarda negli occhi. «Imperatrice Anna…»

«Cordelia», lo corregge lei.

«Imperatrice Cordelia» continua Gilbert «Sono un umile servitore al suo cospetto e rimetto il destino di questa mia serata alle sue sapienti decisioni»

Anna sorride e poi risponde: «Gilbert Blythe, accetto il tuo giuramento e dichiaro che stasera dovrai ballare e divertirti insieme a tutti noi». 



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Fandom: Anne with an E
Warning: Drabble 300 parole, AU
Prompt: M2, l'imperatore

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Gilbert scatta in avanti puntando i talloni nei fianchi della cavalcatura, un animale regale, allevato apposta per essere il migliore e per servire il migliore tra gli uomini. L’imperatore.

Il cavallo accelera, salta un uomo caduto a terra e forse fracassa il costato di un altro con le zampe posteriori, ma Gilbert non ha tempo di vedere chi sia, probabilmente un nemico. Spera non uno dei suoi. In quella confusione sarebbe impossibile dirlo. I due eserciti sono ormai corpi ammassati gli uni sugli altri, urla di dolore e di rabbia che si intrecciano, spade che cozzano su scudi e armature che si fracassano sotto mazze ferrate.

Arriva finalmente alle fila di retroguardia che la proteggono, sente i suoi uomini urlare indicazioni ed ordini. Senza sbagliare un passo si mettono in posizione sbarrandogli la strada. Legge nei loro occhi la determinazione che li porterà a sacrificare le proprie vite per lei.

Con un gesto deciso e assennato trafigge il primo uomo che gli si è fatto sotto, perfettamente nell’apertura della sua armatura, laddove le giunture lasciano spazio al tessuto molle per permettere il movimento.

Altri gli si parano davanti, tentando di atterrare almeno il cavallo ma anche lui è corazzato ed intanto alcuni dei suoi uomini sono giunti in aiuto dell’imperatore. Scende con un balzo dal cavallo ormai esausto ed inizia a dar battaglia per cercare di raggiungerla.

Ormai la vede, è a pochi passi dalla portantina al di sotto della quale lei si sta proteggendo ma c’è qualcosa che non va nell’ostinazione a voler rimanere al riparo, al sacrificio impietoso dei suoi uomini. Non fa in tempo a formulare quel pensiero che un sibilo a poca distanza dal suo orecchio lo fa scartare di lato, facendogli perdere anche l’equilibrio.

Alzo lo sguardo, lei è lì. «Ora possiamo cominciare», sorride letale.



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