Potius sero quam numquam
Mar. 21st, 2020 09:59 pmWarning: from enemies to lovers
Prompt: M5, Potius sero quam numquam
Questa storia partecipa al cowt10 di Lande di Fandom
«Posso sapere perché ce l’hai tanto con me?» chiese nel silenzio più totale Maser.
Reyka si limitò ad alzare un sopracciglio e a far schioccare la lingua, per poi rigirarsi con lo sguardo fisso nel buio dinanzi a lei.
«Sono serio. Non capisco perché tu ce l’abbia con me. Non ho fatto nulla per meritarmi…»
«Mi stai sul cazzo e basta» sbottò.
«Quindi ce l’hai con me perché ti sto su una parte del corpo che nemmeno hai. Molto maturo da parte tua»
«Come fai a sapere che non ce l’ho»
Maser sogghignò maliziosamente. «Non dovresti fare il bagno nei laghi»
«Coglione» sputò assestandogli un pugno sulla spalla. «Sei davvero un coglione» un altro pugno. «E mi chiedi anche perché mi stai sul cazzo» caricò il colpo a mano aperta ma non andò a buon fine. Una mano grande e forte le aveva fermato il braccio prendendola per il polso.
«In faccia no» sorrise il ragazzo con un’ombra strana negli occhi, senza mollare la presa.
«Lasciami» cercò di divincolarsi, strattonando il braccio, ma la presa era troppo stretta e si stava solo facendo male.
«Se ti lascio mi prometti di non tirarmi uno schiaffo in faccia?»
«Se non mi lasci subito ti arriva un calcio in mezzo alle gambe» sibilò.
«Lo prenderò per un “no”» e per buona misura incatenò le gambe a quelle di lei impedendole di muoversi.
Reyka cercò nuovamente di liberarsi, invano. D’un tratto buttò indietro la schiena, cercando in questo modo la forza necessaria a liberare almeno il poso, ma si ritrovò distesa a terra con il polso ancora imprigionato, così come le gambe, e Maser addosso. Erano così vicini che poteva sentire il suo respiro sulle labbra, la fastidiosa sensazione alla bocca dello stomaco ricominciò a farsi sentire. Il ragazzo la guardava dritto negli occhi, senza battere ciglio. I suoi occhi di pioggia si strinsero e con un sorriso pieno e sincero, che fece sobbalzare il suo stomaco già in subbuglio, sussurrò un «Sei davvero bella, Reyka».
Il suo nome detto da lui sembrava diverso, aveva una sonorità strana, qualcosa che le fece venire i brividi. Voleva opporsi, voleva toglierselo di dosso e mandarlo a quel paese un’altra volta. Ma a cosa sarebbe servito? Sapeva che non era davvero ciò che desiderava, sapeva che in realtà anelava un contatto con quelle labbra dal primo momento in cui le aveva viste e voleva affondare le dita tra i ricci ingarbugliati per tenerlo stretto a sé il più possibile.
Maser dovette intuire che le sue difese si stavano abbassando, perché delicatamente prese ad accarezzarle una guancia con il pollice. La sua mano era calda e ruvida. Reyka continuava a fissarlo, non riusciva a togliere gli occhi dai suoi ora che li aveva così vicini.
Si sentì bloccata in quel momento per una vita intera, come se da quando si erano conosciuti erano sempre stati bloccati in quella situazione: immobili a guardarsi negli occhi senza che nessuno avesse il coraggio di fare nulla.
Con lentezza assoluta, tanto che Reyka avrebbe potuto giurare che non si stesse muovendo affatto, Maser iniziò a farsi avanti, senza mai distogliere gli occhi color della pioggia dai suoi verdi come i prati di primavera, e finalmente, senza che nessuno dei poté trovare le forze per interrompere ciò che stava accadendo, si baciarono come avrebbero voluto fare dalla prima che si erano visti.
Reyka sentì le sue membra vibrare tutte insieme e la necessità di abbracciarlo e baciarlo con passione come se tutto quel temo a stuzzicarsi e a odiarsi fosse servito ad acuire fino allo sfinimento il bruciante desiderio.
Maser la ricambiò allo stesso modo, accarezzandole i capelli e beandosi delle labbra piene, morbide e dolci che finalmente era riuscito ad assaggiare.
Dopo minuti che sembrarono ore si staccarono con il fiato corto e gli occhi ancora allacciati.
«Non pensavo ce lo saremmo mai permesso»
«Meglio tardi che mai», replicò Maser ricominciando a baciarla teneramente come a godersi ogni singolo contatto.
Reyka non si poté trovare più d’accordo. Adesso che si era permessa di abbandonarsi al tocco di Maser non se ne sarebbe mai più privata per sua volontà ed esattamente come aveva detto Maser, nonostante il tempo perso era molto, sempre meglio tardi che mai.