Feb. 15th, 2020

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Fandom: Rise of the guardians/How to train your dragon
Warning: Modern!AU
Prompt: M3, Francesco Gabbani - viceversa

Questa storia partecipa al cowt10 di Lande di Fandom
 

Non c'è soluzione che non sia l'accettazione
Di lasciarsi abbandonati all'emozione



Jack si sveglia all’improvviso con un dolore al fianco destro che lo fa imprecare di prima mattina. La causa del suo improvviso malessere è un ginocchio appuntito che gli si è conficcato di poco più in basso delle costole, e questa arma micidiale appartiene al ragazzo che vede da qualche tempo a questa parte, Hiccup.

Si scansa quel poco che basta per lasciargli lo spazio che gli ha dolorosamente richiesto e si stropiccia gli occhi. Dalle fessure della tapparella si intravede la luce rosata dell’alba. Nel piccolo appartamento si sente solo il russare lieve del ragazzo accanto a lui e quello un po’ più profondo del suo inseparabile amico.

Si mette su un fianco, rivolto verso Hiccup e lo guarda dormire. Ha il volto rilassato, le labbra dischiuse in una “o” tonda e perfetta, i capelli scompigliati sul cuscino. È nudo, così come lui, perché la sera prima si sono addormentati uno tra le braccia dell’altro senza neanche sentire il bisogno di rivestirsi.

Sorride maliziosamente al pensiero della serata trascorsa. Un’improvvisa consapevolezza gli fa irrigidire i muscoli della mascella e gli fa corrucciare la fronte. Sono varie notti che rimane a dormire da Hiccup senza sentire il bisogno di scappare non appena l’altro si è addormentato, anzi di solito si addormenta lui per primo cullato dalle carezze e dalle parole dolci dell’altro e questo è quanto meno strano, per non dire del tutto terrificante.

Sono secoli praticamente, che non ha un rapporto serio, che non sente il bisogno di condivisione e anzi cerca in tutti i modi di mettere quanta più distanza tra lui ed un qualsiasi coinvolgimento emotivo.

Eppure, quel ragazzo dagli occhi dolci e il modo di fare buffo si è creato uno spazio nel suo animo senza che potesse accorgersene. Non è mai stato invadente, non è stato pressante, semplicemente con il suo esserci piano piano ha scavato un posto nelle sue giornate prima e nella sua mente poi.

Come ha potuto lasciarlo entrare e lasciarlo mettersi comodo così facilmente? Dopo che si è impegnato così tanto a tenere tutti fuori dalla sua anima, come ha fatto quel ragazzo a penetrare senza che lui se ne accorgesse e senza che sentisse il bisogno di alzare le sue barriere?

Hiccup si muove lento nel sonno ed ancora completamente perso nei suoi sogni gli mette un braccio attorno al corpo, tirandoselo un po’ a sé.

Il cuore gli si scalda all’improvviso senza che lui possa fare nulla per impedirlo, sul viso gli si dipinge un sorriso aperto e sincero, nello stomaco sembrano volare tante piccole farfalle.

Gli accarezza dolcemente i capelli. Per quante domande possa continuare a farsi non troverà risposte, perché semplicemente non ce ne sono.

Hiccup non ha trovato barriere attorno al suo cuore perché Jack non si sente in pericolo con lui nei paraggi, nonostante si renda conto di quanto potere potrebbe avere, si fida ciecamente ed inevitabilmente del fatto che nel suo cuore c’è da sempre un posto per Hiccup, doveva solo andarselo a prendere.

Si avvicina piano per lasciargli un leggero bacio sulla guancia e Hiccup si sveglia sorridendo e sporgendo le labbra in una tacita richiesta di un bacio, Jack lo accontenta e sente il cuore al caldo e l’animo in festa.

Non è mai stato un tipo da colazione insieme dopo una serata, eppure in quel momento non trova soluzione per sé stesso più congeniale, del restare abbracciato al ragazzo che ha accanto.

In un modo o nell’altro, nonostante non se lo sarebbe mai aspettato, ha accettato di buon grado il lasciarsi andare alle emozioni.




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Fandom: Rise of the guardians/HTTYD
warning: fluff
prompt: M1, crossover 


Questa storia partecipa al cowt10 di lande di Fandom 



Hiccup ha le mani che sudano e lo stomaco in subbuglio. Non gli capita una cosa del genere dai tempi del liceo quando era costretto a parlare davanti tutta la classe. Non è mai stato un tipo spigliato, nonostante ci provasse, ma finiva sempre per dire cose imbarazzanti o per parlare troppo a bassa voce o troppo velocemente, con la conseguenza che nessuno lo prendeva in considerazione, o al contrario lo prendeva in giro e basta.

All’università era andata un po’ meglio, veterinaria gli è sempre piaciuta ed avere argomenti in comune con i colleghi aveva fatto in modo di smussare gli imbarazzi e l’agitazione dei rapporti interpersonali. Si era quindi convinto di essere cresciuto e di aver imparato a relazionarsi con il prossimo.

Tutte le sue nuove certezze sono crollate, però, nel momento esatto in cui ha posato gli occhi sul viso affilato di Jack, sui suoi capelli bianchi che sembrano risplendere di luce propria non appena il sole li sfiora e sul suo sguardo malizioso e dolce al tempo stesso.

Per questo in quel momento si ritrova completamente spiazzato e senza parole, davanti l’entrata di un bar ad attendere il ragazzo al centro dei suoi pensieri.

Il fatto che sia pure San Valentino ed in giro ci siano solo coppiette felici non fa altro che renderlo più agitato ed insicuro. Quando aveva invitato Jack non aveva dato troppo peso al fatto che fosse proprio il quattordici di febbraio, o meglio, aveva finto di non darci peso, ma anche l’altro non aveva detto nulla a riguardo quindi aveva completamente abbandonato l’idea di farglielo notare.

È la prima volta che escono, invece di vedersi a casa dell’uno e dell’altro, e questo lo mette ancora più in agitazione, perché tra di loro è sempre stata una cosa fisica e non sa se Jack ha davvero voglia di farla diventare qualcos’altro.

Io ho davvero voglia di farlo diventare qualcos’altro?

Si chiede per l’ennesima volta quasi sperando di rispondersi che no, non ne ha per niente voglia e quindi può lasciare il mondo come sta e continuare a farsi bastare il sesso, ma ovviamente la risposta è tutt’altra.

Senza programmarlo, come il più banale dei cliché, si è innamorato di Jack, della sua risata cristallina, del suo sarcasmo che fa pendant con il proprio e del broncio che ha prima di prendere il caffè e…

Oh, cazzo! Eccolo.

Jack indossa dei jeans attillatissimi, con qualche strappo sulla coscia e sul ginocchio, una camicia nera abbottonata completamente e una giacca decisamente troppo leggera per il clima di quel giorno. È assolutamente perfetto.

Hiccup improvvisamente guarda il suo piumino enorme e goffo e sente la necessità di scappare a casa a cambiarsi, ma ormai è troppo tardi.

«Ciao», gli dice Jack sorridendo e dandogli un bacio a fior di labbra.

Hiccup abbozza un saluto.

«È tutto ok?», chiede Jack squadrandolo stringendo gli occhi.

«Sì, sì. Va tutto magnificamente», risponde con il tono che suona isterico persino alle sue stesse orecchie.

Jack non pare del tutto convinto ma finge di non accorgersene, con suo grande sollievo, ed entrano nel locale arredato a tema.

La serata procede tranquilla. Nonostante i primi imbarazzi, Hiccup è riuscito a riprendere possesso delle sue facoltà e ad avere conversazioni normalissime senza sentirsi un emerito scemo. Tutto merito di Jack in ogni caso, che nonostante lo agiti moltissimo, riesce comunque a metterlo a suo agio. Un’altra delle tante cose che gli piacciono di lui.

«C’è qualcosa che mi vuoi dire, non è vero Hic?»

Hiccup si sente preso in contro piede e ricomincia a balbettare, le mani sudano di nuovo e il cervello è un guazzabuglio di frasi e domande che non riesce a mettere in ordine.

Jack si sporge verso di lui da sopra il tavolo e gli mette una mano sul ginocchio. «Tranquillo, non c’è fretta»

Prende un bel respiro e si fa coraggio. Ce la può fare.

«I-io mi stavo chiedendo… Cioè, stavo pensando… È da un po’ che ci conosciamo e ci vediamo per… per…

«Per scopare?»

«Sì, sì esatto»

Jack lo guarda confuso ma molto curioso, in più c’è qualcosa sul suo volto che Hiccup non riesce a distinguere.

«Continua»

«Sì. E quindi… mi chiedevo… Tu vuoi continuare così?»

«In che senso? Non ti seguo»

Hiccup prende un respiro, è assurdo che Jack non capisca. Se non capisce è perché niente del genere gli ha mai sfiorato la mente e allora è inutile che lui continui, ma ormai ha iniziato non può lasciar cadere il discorso e basta.

Quindi lo guarda un’ultima volta negli occhi, poi abbassa lo sguardo e dice tutto con una velocità sovraumana, sperando di liberarsi il più presto possibile di quell’imbarazzo.

«Misonoinnamoratodite»

Jack lo guarda confuso. «Non ho capito che hai detto»

Hiccup sbuffa di frustrazione. «Mi sto innamorando di te, non voglio che tra di noi sia solo sesso. Tu vuoi che tra di noi sia solo sesso?»

Per favore dimmi di no, per favore dimmi di no, per fav…

«Ti stai innamorando di me?» chiede Jack con un sopracciglio alzato e il viso serio.

Hiccup si sente morire, lo poteva immaginare che sarebbe andata a finire così.

«Sì…»

«Beh questo è un bel problema»

Problema mi sembra riduttivo, è una tragedia.

«Perché io invece sono già innamorato di te e questo mi mette in una posizione un po’ strana. Per te è un problema?»

Hiccup riporta lo sguardo nel suo e sgrana gli occhi. «Sei serio?»

«Certo che sono serio», gli dice Jack avvicinandosi e accarezzandogli una guancia. «E adesso ripeti ciò che hai detto all’inizio a quella velocità indicibile»

Hiccup sorride e facendo collidere le loro fronti sussurra: «Sono innamorato di te»

«Anche io», gli risponde Jack baciandolo dolcemente. «Ma voglio comunque continuare a fare sesso con te, oppure ora che sei innamorato non vuoi più?», lo prende in giro Jack scostandosi un poco.

Hiccup sorride di nuovo, è incredibile il tempo che passa a sorridere quando è con Jack. «Andiamo a casa e scoprirai se ho ancora voglia o meno»

Jack ride e Hiccup si unisce a lui. Escono da locale mano nella mano. L’animo di Hiccup è finalmente di nuovo in pace.

 


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