By the river I can see my soul
Feb. 28th, 2019 10:25 pmFandom: I Medici
Warning: AU, GEN, ANGST, Omegaverse
Questa storia partecipa al cow-t 9 di Lande di Fandom
Francesco cavalca veloce spronando il cavallo con la voce e con i tacchi.
È scappato dalla festa, è dovuto scappare. Ricorda solo che ad un certo punto ha iniziato a sentirsi strano, a sentirsi soffocare e sopraffare dagli odori di tutti gli alpha presenti nella sala.
Ricorda lo sguardo terrorizzato di Guglielmo, gli occhi sgranati e l’espressione che non lascia spazio all’interpretazione.
In pochi secondi è fuori, sta sellando il cavallo e le mani gli tremano per la fretta, per l’ansia e per la confusione.
Sente dei passi dietro di sé e nell’agitazione generale non si accorge subito che è Guglielmo, anche se il suo odore è sempre quello muschiato e leggero che c’è in campagna dopo un acquazzone estivo.
«Che è successo? Perché non riuscito a nascondere il tuo odore?»
«Non lo so», risponde cupo e perso nei suoi pensieri.
«Ti copro io con nostro zio. Non ti preoccupare».
Le parole del fratello minore gli rimbombano nelle orecchie insieme al rumore degli zoccoli sullo sterrato.
Avrebbe voluto essere lui quello pronto a proteggerlo, avrebbe voluto essere lui a prendere tutto il peso sulle spalle, non avrebbe mai voluto essere una preoccupazione per lui.
La volontà, però, spesso non basta, Francesco lo aveva imparato a 13 anni, quando il suo corpo aveva iniziato a cambiare e a nulla erano serviti i suoi sforzi per non cedere alle pulsioni e ai bisogni che gli chiedeva.
Fortunatamente il sangue dei Pazzi ha un odore inconfondibile, a detta di tutti, e nessuno si era mai insospettito troppo, complice anche il fatto che Guglielmo lo accompagnava da sempre in tutte le sue apparizioni pubbliche, attirando su di sé i dubbi.
Chi avrebbe mai sospettato del primogenito cresciuto ad immagine e somiglianza dello zio, se accanto c’era il fratello dall’aspetto delicato quanto il carattere?
Insieme erano riusciti a tirar su quel teatrino e a portarlo avanti. Quando anche Guglielmo compì l’età per il passaggio all’età adulta, rivelandosi un beta, non ci furono più dubbi circa il fatto che gli odori più forti che sentivano di solito erano dovuti a lui e al suo essere qualcosa a metà.
Il senso di colpa lo riempie nuovamente, come acqua che entra a fiotti nella falla di una nave che sta affondando. Vorrebbe potersi dire che in realtà ci è abituato, che anche questa volta passerà e lui tornerà ad essere quello di prima, almeno fino al prossimo attacco.
Il casolare di campagna dove si nasconde appare finalmente all’orizzonte, al di là della collinetta che lo protegge. Francesco scende quasi al volo quando arriva davanti la palizzata dove lega il cavallo, dandogli da mangiare e da bere.
Ha il fiatone, è sudato ed ha caldo. Senza pensarci, con il viso serio e privo di emozioni si dirige verso il torrente che scorre lì vicino.
Saggia con una mano la freddezza dell’acqua: è gelida, ma questo non lo ferma.
Inizia a spogliarsi fissando il proprio riflesso nello specchio liquido dinanzi a sé. L’immagine restituita rappresenta un uomo nel fiore dei suoi anni, le spalle dritte e forti, il corpo asciutto e allenato, l’espressione dura e la bocca tesa, una ferita in mezzo al viso con gli angoli che tendono leggermente verso il basso.
Se non fosse per la vena malinconica al fondo degli occhi stenterebbe a riconoscersi.
All’apparenza è diventato esattamente ciò che tutti si aspettano da lui, ciò che suo zio Jacopo si aspetta da lui, ma nella sostanza, sotto tutti quei veli che ha tirato su per coprirsi, cos’è davvero?
L’alpha deciso e serio che tutti credono lui sia o l’omega fragile e bisognoso di attenzioni che sa di essere?
Porta avanti da così tanto quella recita che non sa quali dei due suoi aspetti è quello che lo caratterizza davvero. La figura alla quale si è votato, che ha coltivato, alimentato, ridefinito oppure quella che gli è cresciuta nel petto senza che lui vi prestasse mai attenzione e che ha sempre tentato di soffocare?
Si passa una mano sul volto ed ingoia a vuoto. È completamente nudo, non c’è anima viva intorno a lui e nonostante tutto se qualcuno lo vedesse da lontano non lo scambierebbe mai per un omega.
Perché allora proprio a lui è toccata questa sorte?
E se il suo destino è quello, perché dargli la possibilità di negarsi così tanto da riuscire a tenere a bada anche l’odore del suo corpo e farlo assomigliare a quello tanto agognato?
A volte avrebbe preferito non essere mai riuscito ad ingannare lo zio.
A volte aveva desiderato di essere scoperto subito.
Portare avanti due vite lo aveva strappato dentro e adesso rischia di spezzarlo in due del tutto.
Blocca i pensieri tuffandosi in acqua. Milioni di minuscoli aghi gli si conficcano nella pelle. Non è ancora primavera, l’acqua è gelida ma negare le pulsioni e i bisogni del suo corpo ormai gli viene spontaneo, come chiudere gli occhi al cospetto di una luce forte e accecante.
Una, due bracciate, poi tre.
L’acqua fredda a momenti sembra bloccargli l’aria nei polmoni, ma non succede mai davvero.
Quattro, cinque.
Forse prima o poi riuscirà a negarsi così tanto da dimenticarsi di sé stesso ed abbracciare solo ed unicamente ciò che gli altri vogliono lui sia.
Sei, sette, otto.
Riuscirà, un giorno o l’altro, a scostare il velo dietro al quale ha nascosto la sua vera natura senza aver timore di trovarsi davanti sé stesso e a rinnegarsi, non riconoscendosi nella figura seduta a terra con le gambe raccolte che cerca di tenere insieme i pezzi della propria anima.
E in quel giorno, cancellerà per sempre ciò che è stato. Ciò che la natura gli ha fatto. Perché lui è un Pazzi e i Pazzi sono alpha da generazioni e non sarà di certo lui il primo a venire meno alle tradizioni di famiglia.
Fino a quel giorno, continuerà a lottare contro sé stesso, recidendo ogni più piccolo legame che collega ciò che deve essere con ciò che probabilmente è davvero. A costo di ferirsi, a costo di mutilarsi l’anima.