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Warning: Sci-fi!AU
Prompt: Scontro
Genn cammina agitato per la grande hall di arrivo con i documenti stretti in mano, una borsa a tracolla e il viso concentrato a non sbagliare gate d'entrata.
Il pianeta dal quale proviene non è di certo così affollato e grande e non ha avuto praticamente modo di vederne altri, quindi adesso oltre all'eccitazione per il nuovo lavoro c'è anche la paura di non riuscire ad adeguarsi ai ritmi di un pianeta così grande.
Controlla ancora una volta che il desk di accettazione scritto sul suo biglietto sia quello per il quale sta facendo la fila.
«Salve», lo saluta cordiale il ragazzo dell'accettazione ha gli occhi grandi e tondi, con le iridi un giallo luminoso.
«Ciao», risponde porgendogli il passaporto del suo pianeta e il biglietto del desk.
«È la prima volta che viene qui?»
«Sì, vengo da una galassia piccola i Pianeti lì sono molto meno affollati»
«Sono certo che ti troverai bene».
Intanto con le dita cerca tra i file olografici il suo nome. «non ci sei qui»
Tenendo a bada l'agitazione dice: «Non trovo il tuo nome... Aspetta che cerco qui... E no, proprio non ci sei»
Genn sgrana gli occhi e guarda il ragazzo sperando invano che gli dica cosa fare.
«Sei sicuro di far parte di questa giurisdizione?»
«Cosa?»
«I desk sono divisi per giurisdizioni. Questo è Andromeda»
Genn guarda il biglietto che ha in mano e nota che sopra il nome del desk c'è scritto - in piccolo a dirla tutta - Menelao.
«È questa la mia giurisdizione?»
«Sì, esatto. Ah, sei un po' sfortunato devi andare al secondo piano, e poi scendere per arrivare a quello rialzato, ma non preoccuparti ci sono i cartelli»
Genn alza lo sguardo e vede una miriade di cartelli colorati pieni di frecce e nomi che fanno solo in modo di confonderlo di più.
Un po' demoralizzato saluta il ragazzo e si mette alla ricerca del suo desk.
Chiede più volte che direzione deve prendere, ma spesso non capiscono bene la sua lingua o il suo accento.
Deve assolutamente migliorare in quello.
Come in moltissime altre cose.
Tipo orientarsi alla Stazione Smistamento.
Sì guarda intorno ancora una volta scorgendo tutti i nomi che trovava sui cartelli: Bellerofonte, Prometeo, Medea, Achille, Orfeo, Cassandra, Dafne, e finalmente Menelao.
Rianimato per aver finalmente trovato una strada da seguire svolta a destra e si schianta contro qualcosa.
No, qualcuno.
I documenti si sparpagliano a terra senza ordine alcuno, lui sta quasi per cadere ma il ragazzo lo prende per un braccio e lo tira su.
«Oddio, scusa. Stai bene?» ha un accento marcato ma parlano la stessa lingua.
«Sì, sì. Ero distratto e non ti ho visto»
«Non preoccuparti, ti aiuto a raccogliere i documenti.»
Si piega ai suoi piedi e inizia a raccogliere tutti i suoi studi.
Genn è ancora un po' imbambolato dalla velocità di ciò che sta accadendo ma il suo cervello gli comunica che anche lui dovrebbe star raccogliendo i suoi documenti.
Sì piega sulle ginocchia ma non calcola bene le distanze e tira una testata al ragazzo davanti a lui che perde l'equilibrio e cade seduto a terra.
Genn sgrana gli occhi e inizia a farsi rosso per la vergogna, di sicuro sarà diventato dello stesso colore delle efelidi rosso vivo che gli decorano il corpo.
Il ragazzo moro però ride e di gusto anche e l'imbarazzo di Genn un po' scema.
«Non riusciamo a non scontrarci, sarà qualche nuova forma di gravità tra essere viventi?»
Genn ride con lui. «Oggi non ne sto facendo una giusta»
«Non preoccuparti, è la prima volta che vieni su questo pianeta?»
«Già, in questa galassia anche in realtà. Mi hanno preso a lavorare nel dipartimento di ricerca botanica, tu invece?»
«Io sono ancora in cerca di lavoro, ma ho una lettera di raccomandazione dal mio ex datore, sono certo che riuscirò a trovare qualcosa»
«Sei molto ottimista»
«Quando serve», dice alzandosi e tendendogli una mano per aiutarlo.
Senza interrompere il contatto si presenta.
«Mi chiamo Alex»
«Io sono Genn»
«Piacere, Genn. Mi piace il tuo nome. È terrestre vero? Io sono praticamente tutto terrestre, ma i miei si sono trasferiti su Saturno dopo la mia nascita»
«Sono per metà terrestre, l'altra metà marziano»
«Sì, me ne ero accorto», dice alludendo alle sue lentiggini. «Mi piacciono, ti stanno bene»
Genn si sente arrossire.
«A che desk devi andare?»
«Menelao, 10»
«Io Menelao 7. Andiamo insieme se ti va»
Genn sorride e annuisce felice e con una sensazione di benessere nel cuore.
Dopotutto quella nuova galassia non gli fa più così paura.