I'm with you
Jun. 23rd, 2021 01:23 pmPairing: Jung Hoseok & Kim Taehyung
Warning: attacco di panico dettagliato
Scritta per lo Spring Break Bingo del gruppo fb Hurt/Comfort Italia
Le crisi a cui ancora non ha il coraggio di dare un nome partono sempre con una strana sensazione che sembra scendergli dalle spalle e piazzarglisi sul cuore.
È come se d’un tratto tutta l’aria che ha intorno si condensasse sulle spalle e nel petto. La sente diventare densa e pesante, mentre lo comprime e schiaccia al suolo.
Sente il cuore battere più velocemente. Si scontra con la cassa toracica come se volesse balzargli fuori dal corpo a furia di spintoni.
Lascia andare ciò che ha in mano. Non sa neanche più cos’è. Una tazza? Un piatto?
Si preme una mano sul petto per cercare di tenersi dentro il cuore. Spera che non gli buchi il petto.
Perché stai cercando di fuggire, cuore?
Non sono abbastanza? Non sono abbastanza neanche per te.
Neanche per i miei stessi organi. È per questo che i polmoni si contraggono cercando aria che non c’è.
Cerca invano qualcosa che lo aiuti a respirare. O almeno qualcuno ma è solo.
In fondo non è sempre stato solo?
La mente tenta di appigliarsi ad immagini e ricordi che sono fantasie e immagini di una vita fa. A cosa serve ricordarli se adesso non ha nessuno accanto, se persino il cuore cerca di fuggirgli dal petto e i polmoni rifiutano di prendere aria?
Forse se lo merita il dolore che gli incendia l’addome, quei pugni invisibili di solitudine e rammarico che continuano a non farlo respirare, che gli concedono solo una boccata sporadica ogni tanto per non farlo morire subito.
Il dolore è così forte che Taehyung si dimentica persino come si parla, non riesce neanche a pensare di chiamare aiuto.
A che servirebbe tanto?
Non ho appena detto di essere solo?
Lo sono sempre stato.
Nessuno sentirebbe la sua voce e lui continuerebbe a precipitare nel buio cieco del dolore, finché il cuore non sarà scappato alle mani strette sul petto, finché i polmoni non si saranno rinsecchiti nel suo corpo.
La consapevolezza di stare morendo gli fa venire brividi lungo il corpo o forse è l’aria che gli manca a renderlo così sensibile.
No, non ha senso.
Eppure, tutto diventa amplificato, le ombre si fondono dinanzi ai suoi occhi diventando macchie scure che si uniscono e si fanno grandi, impedendogli di vedere qualsiasi cosa, di capire persino dove si trova.
È in piedi?
È ancora seduto?
Dov’era prima che il suo corpo iniziasse a tradirlo e a cercare di ucciderlo?
«Taehyung».
Forse dovrebbe semplicemente lasciarsi andare alle scintille scure che dipingono la visuale vuota e smettere di scappare dal buio che lo tira così forte da strappargli la pelle.
«Taehyung».
Ha iniziato a dire il suo nome senza accorgersene?
«Respira».
No, non è la mia voce.
«Ci sono io».
La conosce. È una coperta calda che lo avvolge.
«Guardami, non ti preoccupare».
Sbatte le palpebre un paio di volte. C’è un viso dolce, un viso bello davanti a lui, tra le macchie nere che si diradano. Lo conosce quel viso.
«Devi fare una cosa per me, Taehyung. Dobbiamo contare insieme».
Taehyung non lo capisce ma è così bello, vorrebbe accarezzarlo.
«Uno».
Il cuore continua a battere forte, sembra quasi che non voglia fargli sentire ciò che sta dicendo Hoseok dinanzi a lui.
Hoseok.
Hoseokie-hyung.
Certo che è suo quel viso tanto bello che dirada le macchie scure dinanzi al suo sguardo. Di chi altri potrebbe essere?
«Ripeti con me, Tae. Uno».
«…no».
Il cuore batte così forte da non fargli sentire la sua stessa voce, solo quella di Hoseok sembra arrivargli direttamente al cervello.
«Due».
«Due».
Lo vede sorridere. Il cuore rallenta.
«Tre», dicono all’unisono. Eccola la sua voce.
«Quattro».
I polmoni non si contorcono più su sé stessi. Si riempiono a fatica e dolorosamente ma si gonfiano di nuovo, in un moto lento e costante.
«Cinque».
I brividi lungo la pelle rallentano, l’addome fa ancora male ma c’è qualcosa di caldo che gli accarezza la schiena.
«Sei».
Le guance sono umide e le dita sottili di Hoseok gli accarezzano piano i capelli.
«Sette».
Non serve più tenersi il petto per non far fuggire il cuore.
Nuove lacrime gli scendono dagli occhi mentre pronuncia: «Otto» e si aggrappa al corpo esile davanti al suo.
Sente le gambe di Hoseok avvolte intorno al suo corpo. Lo proteggono. Lo trattengono. Lo cullano.
«Nove».
Le mani spazzano via gli ultimi brividi scorrendo lente sulla schiena.
«Dieci».
Gli sussurra frasi rassicuranti. Parole che gli dicono che non è solo, che non lo sarà mai finché ci sarà lui. E Taehyung quasi ricomincia a crederci.
«Bravo, Tae», gli dice dandogli un bacio tra i capelli continuando a tenerselo addosso senza stringerlo.
Taehyung si sente minuscolo con il viso incastrato tra il collo e la spalla, le mani aggrappate alla maglietta e il corpo di Hoseok che sembra fatto apposta per accoglierlo.
Sente ogni singola parte del corpo dolere di un male strano, come se lo avessero preso a pugni dall’interno, come se avessero cercato di farlo passare in una fessura minuscola stirandolo e allungandolo.
Piange scosso dallo spavento.
«Non ti preoccupare, ci sono io», gli sussurra Hoseok mentre lo bacia piano sulla testa. «Non ti lascio», continua e Taehyung sente l’aria densa sulle spalle sciogliersi e scivolare via.
I singhiozzi gli scuotono meno la schiena e si ritrova a strofinargli il viso contro il collo, mentre si riempie del profumo dolce della pelle di Hoseok.
«Ti sto sporcando tutta la maglietta, hyung».
Come suona roca la sua voce. Come se avesse urlato per ore e ore, come dopo giorni e giorni di concerti.
«Non fa nulla», dal suo tono sembra stia sorridendo.
Taehyung si scosta di poco per guardarlo in viso. Gli passa un dito sul naso e sulle guance, come a volersi accertare che sia davvero lui quello che lo sta stringendo e che gli promette di non lasciarlo.
Hoseok aspetta che lui abbia ripreso la misura del suo volto prima di lasciargli un bacio sulla fronte, seguito da un secondo sul naso e un terzo sulla guancia.
Le mani continuano ad accarezzargli la schiena calme, avvolgendolo in quella coperta invisibile che accompagna sempre i suoi abbracci.
«Ti va se ci alziamo da terra?»
Sgrana gli occhi. Non è pronto a lasciarlo andare. Non vuole staccarsi da lui, vuole rimanere ancora un po’ tra le sue braccia. Ne ha bisogno.
«Non me ne vado», si affretta ad aggiungere Hoseok asciugandogli una lacrima sullo zigomo. «Ci mettiamo solo più comodi sul divano, vuoi?»
Scuote la testa. «Non voglio che gli altri mi vedano così».
«Lo sai che nessuno di loro si permetterebbe di dire nulla, vero?»
Taehyung annuisce. Adesso che il suo cuore sembra tornato a posto sente anche distintamente la consapevolezza di non essere mai stato davvero solo.
«Non voglio farli preoccupare».
Hoseok sorride con un angolo della bocca. «Va bene, allora. Andiamo in camera tua e ce ne stiamo un po’ io e te, che ne pensi?»
Taehyung annuisce e gli stringe forte la mano quando gliela tende per aiutarlo ad alzarsi. Non gliela lascia per tutto il tragitto dalla cucina alla camera e quando arrivano nella sua stanza si lascia trascinare sul letto.
Hoseok sistema i cuscini sulla testata e si siede facendogli segno di mettersi accanto a lui.
Taehyung gli si accoccola in grembo, la testa sulle cosce, il corpo rannicchiato accanto al suo. Hoseok gli passa le dita sottili tra i capelli senza dire nulla.
I muscoli si rilassano lentamente ogni volta che Hoseok vi passa la mano sopra. Il petto è ancora scosso da singhiozzi inespressi che Hoseok scioglie e trasforma in respiri calmi.
«Ho sonno, hyung», dice mentre sente la mente quietarsi e il corpo esausto ma finalmente più calmo. Le crisi senza nome lo lasciano sempre senza nessuno forza quando vanno via.
«Vuoi che ti lasci riposare?»
Taehyung stringe il bordo della maglietta di Hoseok tra le dita. «Rimarresti con me? Non dormo tanto».
«Resto anche tutta la notte se vuoi».
Taehyung sente la sensazione di calore di poco prima e strofina il viso sulla gamba di Hoseok. «Solo un pochino, hyung».
Hoseok non risponde ma Taehyung è certo che stia sorridendo perché sente la pelle calda come sotto il sole di un mezzogiorno primaverile. Sorride anche lui e chiude gli occhi.
L’ultima cosa che sente prima di addormentarsi sono le dita di Hoseok che gli disegnano ghirigori lungo tutto il corpo.