Apr. 1st, 2019

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Fandom: Bon jovi
Warning: Slash
Prompt: Missione 9, Euterpe: musica

Questa Storia partecipa al cow-t 9 di Lande di Fandom





Richie ha gli occhi chiusi e la chitarra in braccio, le sue dita leggere pizzicano e sfiorano le corde creando un suono tenue e cadenzato.

Accompagna la melodia con la testa e batte un piede a tempo. Si perde completamente nel flusso di luci e colori che la musica crea nella sua testa.

È un susseguirsi di pennellate di luci colorate, come se qualcuno stesse dipingendo dentro la sua testa. In questi momenti si sente completamente calmo e rilassato, quasi come se fosse in una dimensione lontana da quella in cui vive di solito.

Si estrania dal suo corpo e la musica gli appare davanti.

Ha lunghi capelli biondi la sua musa, sono sottili come raggi di luce e intrecciati in fiori candidi che le adornano la fronte.

La pelle è candida e si tende sul collo lungo per poi rilassarsi sul seno prosperoso. Richie la vede sempre, ogni volta che tocca la sua chitarra.

Suona per lei e lei lo ascolta, lo aiuta quando non riesce a trovare l’accordo perfetto, lo consola quando non ha la forza di suonare e gli culla il cuore confortante.

«Non ti preoccupare andrà meglio», gli dice lei con la voce soave al termine di una serata andata male.

«Ci sono io qui con te», gli ripete ogni volta che si sente solo.

«Sei molto più di quel che credi, non sarei qui altrimenti», gli sussurra all’orecchio quando i suoi pensieri sono troppo critici e duri.

Richie ha imparato a parlarle e ad ascoltarla, a venerarla e ad essere adulato da lei. Non è riduttivo dire che si è innamorato della sua bella musa e ha continuato a nutrire quell’amore giorno dopo giorno, accordo dopo accordo, per tutta la sua vita fino a quel momento.

Per questo e per altri motivi che non vuole approfondire, la fronte di Richie si corruga improvvisamente andando a rovinare la sua espressione pacifica non appena la vede mutare sotto i suoi occhi.

Gli occhi gentili della dea si tramutano in due occhi affusolati, segnati da una matita nera che li rende ancora più lunghi e sfuggenti. Il colore limpido e cristallino del suo sguardo si fa un poco più torbido e pieno, come se ad un tratto il torrente nel quale si stava specchiando si fosse ingrossato, diventando un fiume in piena.

I lineamenti delicati del suo viso si trasformano e si induriscono, la mascella diventa più pronunciata le labbra dapprima delicate come un bocciolo somigliano adesso ad una rosa di una bellezza quasi violenta.

La pelle si è scurita, non è più diafana non sembra più ultraterrena, adesso ha quella bellezza che hanno le cose consumate ed usate troppe volte. Quella bellezza resiliente che deriva dall’impregnarsi di qualsiasi cosa la vita metta sul nostro cammino, non importa quanto questo ci renda imperfetta e ci macchi.

I capelli non sono più raggi di luce intrecciati a fiori, hanno adesso il colore del grano in estate è un giallo vivo, acceso che richiede di essere notato e dal quale Richie non riesce a togliere gli occhi di dosso.

Si spaventa quando si rende conto che davanti a lui, la sua bellissima e delicata Musica si è trasformata in qualcuno che lui conosce bene, che nell’ultimo periodo ha desiderato di conoscere molto meglio.

Le dita continuano imperterrite a suonare ma adesso non si sente più calmo, non è più rilassato.

Dov’è la sua bella musa che lo confortava nei momenti grigi?

«Dove sei? Dove sei finita?», grida cercandola nel mondo fatto di colpi di pennello e di luci colorati.

«Torna, per favore, torna», la supplica guardando verso l’alto, sperando di vederla ridiscendere scivolando su una tenue melodia.

«Perché mi hai lasciato?» domanda lamentoso, mentre con le ginocchia a terra graffia il terreno con le mani.

«Non mi riconosci più», dice il ragazzo che ha preso il suo posto, mettendosi proprio davanti a lui, con i piedi scalzi che entrano nel suo campo visivo.

«Tu non sei lei», dice debolmente.

«Perché pensi che non possa essere lei?»

«Perché lei è la mia musa, è colei che mi ha fatto arrivare dove sono, colei che mi ha preso per mano e mi ha insegnato cosa posso fare, colei che me lo ricorda quando inciampo di nuovo. Tu… Tu invece… Non sei lei».

«Cosa sono secondo te?»

Richie alza gli occhi e lo guarda dal basso, vede i suoi occhi mutevoli e di un azzurro torbido, vede le sue labbra semi aperte, come una ferita tagliata sul volto e se ne sente attratto così visceralmente che ne ha timore.

«Tu sei solo una fantasia del mio corpo e della mia libido, tu non sei nessuno. Esci dalla mia testa. Almeno quando suono, esci dalla mia testa».

«Come posso uscire dalla tua testa se sono io la tua musica».

Lo stomaco gli si stringe a quell’affermazione perché è esattamente ciò di cui ha paura, è esattamente ciò che teme. Non vuole che la sua figura infetti anche la sua musica.

«Perché non mi lasci in pace? Perché mi torturi in questo modo?» glielo chiede con rabbia e con la voce che gli graffia la gola e una lacrima che scende cocente lungo la sua guancia.

«Sai qual è il tuo problema, Richie?» comincia piegandosi sulle ginocchia e mettendo i loro sguardi sullo stesso piano. «Tu dai la colpa di tutto a lui, ma non ti rendi conto che qui siamo nella tua testa, nel tuo mondo e la sua figura non è altro che un prodotto del tuo cuore».

Richie lo spinge con forza e cadono uno sopra l’altro rotolando un paio di volte, si fermano quando Richie si trova su e lo atterra, con le braccia ai lati del suo viso e i capelli lunghi che scendono verso di lui.

«Ti stai impegnando così tanto a reprimere ciò che senti con il corpo che hai infettato anche ciò che senti con il cuore e con l’animo. Non ti libererai mai più di lui».

Richie si ritrae come se si fosse appena scottato, si allontana dalla figura con il viso confuso e ferito, ma anche sfinito.

«Ti vedrò sempre adesso? Vedrò sempre te? Lei non tornerà più?»

Il ragazzo si alza e si avvicina si nuovo a lui. La sua nudità gli fa seccare la bocca.

«Non lo hai ancora capito, Rich? Ormai io sono lei e visto che mmi sembra che vuoi continuare a suonare vorrà dire passeremo un sacco di tempo insieme».

Richie si arrende al suo tocco e si abbandona al bacio che gli imprime sulle labbra.

La sua bella musa se né andata e l’ha lasciato con un ragazzo magro e dannatamente sensuale.

Non lo ha voluto.

Non lo ha cercato.

È arrivato e si è preso il posto che voleva senza che lui avesse voce in capitolo.

La sua unica libertà d’azione è sfruttare la sua immagine e l’effetto che ha su di lui, per continuare a produrre musica, quella stessa musica che tanto piaceva alla sua bella musa.

 



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