Gli eroi di una volta
Feb. 22nd, 2020 10:53 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
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Prompt: m2, mitologia greca
questa storia partecipa al cowt10 di Lande di Fandom
Teseo rutta forte senza curarsi di essere in mezzo ad altre persone e poi si gratta la pancia non fregandosene del chitone sporco di alcol e cibo in più punti. Ha i capelli quasi completamente bianchi e le sue membra hanno perso da un pezzo il loro vigore, appendendosi alle ossa come panni stracci.
Gli occhi ancora conservano quell’intrepido guizzo giovanile così come il sorriso spavaldo, ma tutto sommato non bastano a contrastare l’aria di vecchio eroe caduto in disgrazia che emana da ogni poro della sua pelle.
Piritoo, suo amico decennale, non è da meno. Se ne stanno entrambi seduti scompostamente a bere birra a raccontarsi le avventure dei bei tempi andati, come fanno ormai tutti i giorni e quando ormai le avventure sono già state tutte raccontate passano ad insultare le nuove generazioni. Da bravi anziani quali sono, in che altro modo avrebbero potuto passare il tempo?
«Questi giovani d’oggi sono dei debosciati. Non fanno nulla tutto il giorno. Io non stavo due minuti fermo, ero sempre in viaggio», si lamenta Teseo, «Pensano alla politica, alla repubblica. Cazzate. Tutte cazzate. Ai miei tempi non c’era tempo per pensare a queste stupidaggini, bisognava combattere mostri veri, sconfiggere divinità malvage».
«Hai ragione, i nostri sì che erano bei tempi. Uccidevi un toro e ti davano una moglie e se non te la volevano dare uccidevi il padre e ti prendevi moglie e trono, e il toro te lo cucinavi per cena. Erano proprio bei tempi»
«Prima si faceva tutto per la gloria, e invece ora? Questi debosciati se ne stanno nelle loro case a fare gli innamorati, i casti, i puri. Non avrebbero neanche le palle per abbandonare una donna in un’isola e andarsene a prendere un’altra. Un braco di smidollati», continua sicuro delle sue parole Teseo, sbraitando e sputando tutto intorno.
«Sì, sì hai ragione, ma sai cosa? È che queste donne d’oggi non sono come le nostre. Vogliono essere amate, avere dei diritti, cose che le fanno diventare brutte, arcigne. E poi mi hanno detto che puzzano pure, capisci? Non ne vale neanche più la pena di andarle a rapire. Ti levano tutto il divertimento».
«Ho sentito, ho sentito. Cose dell’altro mondo.» conclude Teseo, solo per poi sgranare gli occhi colto da un improvviso lampo di genio. «L’altro mondo!», esclama eccitato.
Piritoo lo guarda confuso.
«Dovremmo andarci a prendere delle donne dall’altro mondo. Per dimostrare a questa gioventù d’oggi quali sono le vere donne e come si comportano i veri uomini.»
«Ma è un’idea pazzesca. Sei un genio»
«Lo so, lo so. Non per niente sono riuscito ad uscire dal labirinto costruito da Dedalo da solo»
Piritoo si guarda bene dal fargli notare che è stato tutto grazie ad Arianna e che altrimenti sarebbe diventato concime per minotauro, meglio non porre troppa attenzione su quel piccolo particolare della divinizzazione di Arianna.
*
Ade e Persefone se ne stanno tranquilli nel loro palazzo nero e buio come il Tartaro a leggere i rispettivi libri, sulle rispettive poltrone, con una mano intrecciata a quella dell’altro, quando Thanatos seguito da Hypnos entra nel loro salotto con una notizia.
«Stanno arrivando due eroi a chiederti qualcosa, Ade», dice senza troppi giri di parole, con il solito tono affilato.
Ade alza gli occhi dal libro. «Ma ancora eroi al giorno d’oggi? Non si sono rotti il cazzo di fare sempre le stesse cose?»
Thanatos fa spallucce. «Che faccio? Li faccio entrare?»
Ade lascia da parte il suo libro e si mette più composto sulla poltrona. Persefone fa lo stesso.
Teseo e Piritoo entrano ridendo tra di loro, con passi incerti, portando un forte puzzo di alcol e sudore che fa rabbrividire Persefone.
«Guarda, Piritoo. Le è bastato vederti per essere scossa. È già fatta ti dico io», ride Teseo dando di gomito all’amico.
«Siete venuti nella mia casa, a disturbarmi, per quale motivo esattamente?»
«Dio degli inferi, più odiato e disprezzato di tutti gli dei, siamo venuti a prendere in moglie la tua sposa», comincia Teseo, Piritoo sembra davvero troppo ubriaco per dire alcunché.
Ade alza un sopracciglio. «La mia sposa? E cosa vi fa pensare di avere diritto alla mia sposa, di grazia?»
«L’oracolo! L’abbiamo interrogato e ci ha detto che sarebbe stato così. Quindi ora daccela».
Persefone se ne sta tranquilla sulla sua poltrona, aspettando il momento in cui Ade li avrebbe rimandati da dove sono venuti.
«Un oracolo, capisco. E cosa li avreste offerto? Così giusto per essere sicuri»
«Ovviamente l’onore e la gloria di servirci. Noi siamo Teseo e Piritoo, grandi eroi!»
«Ah ecco, perché mi ricordavo di te», esclama Persefone, «Sei il porco che ha lasciato Arianna sull’isola».
«Non ti preoccupare piccola, potrai avere anche tu un assaggio di Teseo», gli risponde tentando di ammiccare sensualmente, finendo per sembrare di avere un tic all’occhio.
«Non vedo l’ora», dice Persefone con il sorriso serafico, incrociando le mani sulle ginocchia e guardando il marito.
«Beh ma potevate dirlo subito, allora. Che siete Teseo e Pirito»
«Piritoo»
«Sì, Piritoo. Accomodatevi su queste comodissime poltrone mentre io vado a prendere le scartoffie per concedervi la mia bella moglie», dice Ade affettato, rimanendo immobile.
I due eroi si danno di gomito di nuovo e poi si siedono senza troppe cerimonie. I due sovrani dell’Ade li osservano e poi si rimettono a leggere.
«Beh e adesso?» chiede Teseo.
«E adesso rimarrete qui per l’eternità. Thanatos ci pensate voi a portarli più lontani possibile dalla mia vista?»
«Ci pensiamo noi, ma poi voglio il weekend libero»
«Accordato, nessuno morirà questo weekend»
«Ehi ma che?», si domanda Teseo cercando di alzarsi dalla sedia appena tramutatasi in carne umana che lo imprigiona.
«Ma cosa?», gli risponde Piritoo per lo stesso motivo.
«Aspettate, ci avete ingannato! Aspettate» urlano mentre Hypnos e Thanatos si avviano verso il posto più oscuro del castello.
«Penso che chiamerò Arianna, deve sapere che debosciato è diventato Teseo. Le farà piacere»
«Eh, sì. Non ci sono più gli eroi di una volta. Menomale», conclude Ade tornando a leggere.