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Fandom: mitologia greca
Warning: rating giallo
Prompt: m2, mitologia greca


questa storia partecipa ala cowt10 di Lande di Fandom


Poseidone mette un piede davanti all’altro, arranca piano e a fatica. Sente il corpo pesantissimo, ogni arto è un macigno da portare avanti, non può fermarsi però. Tossisce, affaticato dalla camminata e la sua mano si macchia di nero. È un liquido denso e viscoso, si attacca alla sua mano e non se ne va più così come è attaccato alla sua pelle.

Intorno a lui c’è solo silenzio, non si ode alcun suono se non quello di gusci vuoti mossi dalla corrente. Chiama sua moglie ma la voce gli muore in gola e rigetta altro liquido scuro. Chiama le sue figlie e i suoi figli ma nessuno risponde al suo grido disperato.

Tutto è buio, tutto è tetro. Tossisce di nuovo e tutto si fa buio.

Poseidone si risveglia di colpo, il fiato corto e la fronte corrucciata, probabilmente sarebbe madida di sudore se non vivesse nelle profondità del mare. Anfitrite dorme nel loro letto da sola, come ormai da così tanto tempo che neanche ricorda più quando ha smesso di dormire con lei.

Si stropiccia il viso e alza lo sguardo. Il sole è appena sorto. Lo capisce dalla penombra che avvolge il suo regno e dai raggi solari che passano rasi sull’acqua senza colpirla e senza donarle quell’aspetto splendente e traslucido che Poseidone non ha mai trovato in nessun’altra sostanza.

È innamorato dell’acqua come un bambino lo sarebbe del suo peluche preferito. Lo protegge, lo culla, lo eccita, lo intriga. Non è mai la stessa eppure sempre uguale, non esiste un regno perfetto quanto il suo, eppure non sta riuscendo a salvarlo.

Non importa quanti sforzi faccia, quante volte ha cercato una soluzione da solo e quante volte ha cercato di parlare con i suoi fratelli. Non riescono a giungere una conclusione.

Ade troppo preso dai problemi nel suo regno pieno di umani, gli stessi umani che stanno invadendo e distruggendo la sua casa. Zeus troppo distante da tutti per occuparsi di qualcosa che non sia lui stesso. Per quanto Poseidone cerchi di tenersi calmo non riesce a capire cosa fare per salvare la sua casa.

Tutte le notti ormai, sogna la sua fine, quella dei suoi famigliari, quella delle sue creature marine. Non si capacita di come gli uomini siano riusciti a mandare in malora in pochissimo tempo, ciò che lui protegge da così tanto. Non si capacità di come non siano mossi a compassione quando vedono una tartaruga imprigionata nelle reti o una balena che muore per la troppa plastica ingerita.

Esce dal suo palazzo di corallo per andare a fare un’ispezione, anche quella mattina cercherà di capire come fermare gli umani e il loro inquinamento. Fallirà, come tutti i giorni, ma non può fermarsi, non può abbandonare il suo regno. Finché l’acqua riuscirà a resistere lui non l’abbandonerà, finché anche solo una creatura sopravvivrà lui non mollerà. Perché quello è il suo regno e la sua casa e non permetterà a niente e nessuno di distruggerla senza che lui abbia lottato fino allo stremo delle sue forze.

 



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