smile_92: (Default)
smile_nd ([personal profile] smile_92) wrote2019-03-16 11:21 pm
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Relocation plan

Fandom: BeF
Warining: Slash
Prompt: In fuga

Questa storia partecipa al cow-t 9 di Lande di Fandom

Ben stringe le chiavi nella mano sudata, nonostante sia abituato a tenerle tra le dita quella sera gli sembrano diverse.

Gli sembrano più fredde, più scivolose, come se sfuggirgli dalle dita da un momento all’altro ma lui non l’avrebbe permesso e per questo le stringe ancora più forte. Non importano i solchi rossi e dolorosi che si sta scavando nel palmo, non importano i tendini della mano che iniziano a fargli male, perché quella sera Ben ha una missione.

Quella missione si chiama Federico e ha i capelli biondi come il sole in estate e gli occhi azzurri come il cielo nel quale l’astro è incastonato.

Si sono conosciuti nel luogo più brutto, sporco e tetro che Ben avesse mai visto: la prigione nella quale lavora.

La prima volta che lo aveva visto Federico aveva lo sguardo basso, le labbra tese e martoriate dai suoi stessi denti ma quando alzò lo sguardo Ben rimase totalmente affascinato dalla forza e dalla determinazione che rispecchiavano e che ancora rispecchiano.

Avevano continuato a guardarsi di sfuggita e mai per più di un secondo, finché una volta a Ben era stato assegnato il turno delle docce, Federico era l’unico rimasto ed entrambi non avevano saputo farne a meno.

 

Da quel giorno la sua vita è diventata un misto di adrenalina, pericolo, baci rubati al buio di uno sgabuzzino pieno di panni sporchi eppure Ben non si è mai sentito più vivo.

Anela le dita di Federico sui suoi fianchi in ogni secondo, persino in quel preciso istante in cui sta aspettando che l’altro secondino giri l’angolo e…

Mette le chiavi nella toppa, due occhi celesti si intravedono nel buio della cella.

«Ce l’hai fatta», sussurra Federico.

«Avevi dubbi?»

«Neanche uno».

L’allarme scatta nel momento esatto in cui Federico mette piede fuori dalla cella ma è un antincendio che è al piano di sotto e loro devo fuggire di sopra.

Tutte le celle si aprono di colpo ed è il delirio.

Ben prende la mano di Federico e lo tira cercando di evitare i corpi concitati che vengono loro addosso.

È una corsa ad ostacoli per la quale non si sono preparati ma che si aspettavano. Cercano di scartare tutti, lasciandosi le mani ma buttando sempre uno un occhio all’altro per non perdersi.

Sono quasi arrivati alla grata che li divide dal piano superiore e quindi alla via d’uscita.

Prende le chiavi che ha ancora in mano e le mette nella toppa.

«Benjamin che sta succedendo?»

Uno dei secondini al di là della grata lo guarda sbigottito, spaventato dalla confusione. Ben non pensa e dice la prima cosa che gli viene in mente.

«Hanno bisogno di un altro estintore, giù è un casino».

La sua voce è naturalmente agitata ma ovviamente non per l’incendio che sta divampando di sotto.

«Cazzo», dice il secondino lasciandogli aprire la grata. «Vado io», dice prendendo l’estintore e buttandosi nella mischia, «Tu resta qui»

«Certo ci penso io», gli urla dietro Ben. Si guarda intorno e Federico gli sorride.

Si prendono di nuovo per mano. Si sorridono.

Sono fuori, incredibilmente, e ce l’hanno fatta.




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