Oh, you don't say !
Apr. 5th, 2025 06:46 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Pairing: Nicolò Filippucci & Chiamamifaro
Warning: nessuno
Questa storia partecipa al COWT-14 per la Quinta settimana per la M2 con il prompt meme Wonka Charlie.
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Nicolò si rannicchia sotto le coperte coprendosi fin sopra la testa. Da fuori arrivano le voci divertiti dei suoi compagni che si rilassano dopo una giornata di lezioni.
Li raggiungerà a breve, ha solo bisogno di rimettere a posto il puzzle di pensieri che si ritrova nel cervello. Da un paio di settimane si sente come se gli mancasse sempre un pezzo. I pensieri non si incastrano bene, c’è sempre qualcosa che manca quando pensa alle emozioni che prova.
Si passa le mani sul viso nel buio che c’è sotto la coperta e spera così di costringersi a non pensare alla nota mancante della canzone suona dentro di lui da quando è in casetta.
La porta si apre che lui ancora si sta arrovella su metafore e similitudini sulla sensazione di mancanza che prova.
«Nico».
La voce di Angelica gli arriva attutita da sotto le coperte. Nicolò quasi pensa che se sta fermo abbastanza lei potrebbe non trovarlo.
«Ehi, mi fai entrare?», chiede però picchiettandolo sulla schiena.
Nicolò apre di poco le coperte senza rispondere e Angelica si infila dentro.
«Ciao», dice dopo essersi messa comoda su un fianco per guardarlo in faccia – per quanto sia possibile guardarsi nel buio in cui si è avvolto.
«Ciao», risponde senza troppo entusiasmo.
«Ti va di dirmi che succede?»
Prima che possa rispondere “niente” Angelica aggiunge. «Se devi rispondermi niente preferisco che mi rispondi che non ne vuoi parlare».
Nicolò si prende qualche minuto prima di rispondere. Minuti in cui Angelica aspetta pazientemente.
«Non è che non te lo voglio dire. È che davvero non so cosa ho».
«È dovuto alla puntata?»
«No, non credo almeno. È come se… Come se mi mancasse qualcosa», dice infine come se si fosse svuotato di un peso.
Angelica non risponde e Nicolò sa che lo sta guardando con quegli occhi incoraggianti che sembrano leggergli dentro, si domanda se lei riuscirà a capirlo anche senza luce.
«Ti ricordi il duetto con Pietro?»
«Certo, siete stati bravissimi».
«Sì, lo penso anche io. O meglio tutti ce lo hanno detto ma io… Ero così preso dall’esibizione che quando è finita ci ho messo un po’ a capire che si era fermata la musica. Mi è sembrato come se mi mancasse una conclusione».
«Mmm, magari è solo quel sentimento che ti porta a voler dare sempre di più?»
«L’ho pensato anche io ma è diverso stavolta», dice frustrato.
Angelica gli accarezza un braccio. «Ti viene in mente altro che mi possa aiutare a capire?»
«Hai visto quando abbiamo preso i barattoli per il sondaggio interno? Sapevo che Jacopo, Chiara e Daniele mi avrebbero votato e ne sono contento. Però c’è qualcosa che nella mia testa non quadra».
«Magari te ne aspettavi di più?»
«No, non penso sia quello»
La voce di Angelica si abbassa. «Magari te lo aspettavi da qualcuno di specifico?»
Nicolò aggrotta la fronte. Qualcosa in quell’eventualità lo incuriosisce.
«E da chi?»
Angelica sospira. «Non lo so dimmelo tu. C’è qualcuno di cui brami la stima?»
«Non credo, cioè so che molti di voi mi stimano. Anche tu, non mi hai votato ma so che mi stimi musicalmente».
«Perché io non ho problemi a dirti quanto penso tu sia bravo. Magari c’è qualcuno che non è altrettanto bravo con le parole?»
La mente di Nicolò gli propone l’immagine di Pietro ma Nicolò scaccia l’ipotesi perché non è quello.
«Ti ricordi quando Maria vi ha letto la lettera che ho scritto?»
«Certo».
«Con te e Dani ne ho parlato un sacco, eppure qualcosa mi manca».
Angelica sembra prendere un profondo respiro.
«E con chi è che non ne hai parlato?»
«E beh con tutti gli altri»
«Sì, intendo di quelli che l’hanno ascoltata».
«Ah c’eravate solo tu, Dani e Pietro».
«E con Pietro ne hai parlato?»
«No, ma con Pietro non è così. Con lui non parliamo di queste cose»
«E non pensi che potrebbe essere questo quello che ti manca?»
Nicolò rimane interdetto per un attimo.
«No, cioè… Oddio, potrebbe?»
«Non lo so Nico dimmelo tu».
«Cioè tu dici che ci sono rimasto male perché Pietro non mi ha dato nessuna pallina?»
«Beh, magari vorresti essere il più bravo per lui».
«E per la lettera forse avrei voluto sapere cosa ne pensasse lui. È l’unico a non avermi detto niente né mentre Maria la leggeva, né dopo. Oddio Ange forse hai ragione. Mi manca il parere di Pietro».
«Beh sì…»
«Ma dopo il duetto lui mi ha detto che siamo stati bravi, di quello ne abbiamo parlato, quindi non saprei se è così…»
«Beh magari la sua approvazione non è l’unica cosa che vuoi da lui»
«Che intendi?»
Angelica sospira davvero questa volta ma Nicolò sente che finalmente sta mettendo a posto i puzzle che gli si agitano in testa, non vuole fermarsi proprio ora.
«Quell’esibizione è stata parecchio intensa e tu e Pietro è come se foste su un altro piano rispetto al resto dello studio».
Nicolò ricorda il viso di Pietro a pochi centimetri dal suo mentre canta guardandolo fisso negli occhi e sente lo stomaco attorcigliarsi e finalmente il puzzle andare al suo posto.
«Oddio».
«Eh».
«Oddio, sono… Angelica, credo di avere una cotta per Pietro».
«Ma dai, non mi dire», il sarcasmo di Angelica è palpabile ma lei lo abbraccia e gli lascia un bacio sulla fronte.
«Sono contenta che tu me lo abbia detto»
«Come è possibile che non lo sapessi prima?»
«Perché eri così concentrato a capire perché non ti sentissi normale che non ti sei chiesto per chi».
«Ange questo è problema enorme, questa è una…»
«Ehi, calmo. Una cosa per volta. Per stasera hai capito che ti piace Pietro».
Nicolò ingoia a vuoto. «Sì», fa uno strano effetto ammetterlo ed è certo che domani difficilissimo guardarlo in faccia senza sentirsi morire però la quiete nel suo cervello per adesso è abbastanza.
«Domani capiremo come fare il resto», dice Angelica dolcemente.
Nicolò la abbraccia e infila il viso tra la spalla e il collo.
Finalmente non ci sono più pezzi volanti nella sua testa.
Adesso si può concentrare su come completare il puzzle delle sue emozioni.