Risvegli

Mar. 20th, 2020 09:11 pm
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Fandom: RPF Musica, Bon Jovi, JonxRichie
Warning: Rating arancione
Prompt: M2, Dysania (Il trovare estremamente difficile l'alzarsi dal letto la mattina.)


Questa storia partecipa al cowt10 di lande di Fandom





Sa perfettamente di non essere mai stato un tipo mattiniero. La luce del sole non lo invoglia ad uscire dal letto, anzi, gli fa venire la necessità di nascondersi ancora di più sotto le coperte e rimanere nell’avvolgente e confortante buio protettivo e sicuro.

Ogni volta che la sveglia suona segnando l’ora in cui la sua vita dovrebbe iniziare lui la spegne e si rimette a dormire come se niente fosse. La sua mente non ne vuole sapere di lasciare i sogni a cui è gelosamente avvinghiata, soprattutto se questi coinvolgono Jon, Richie stesso ed una superficie sulla quale far stendere, piegare o sedere il biondo cantane della band in cui suona.

Quella mattina la sveglia suona esattamente come tutte le altre, con una suoneria acuta e terribile che ha impostato proprio per darsi fastidio e cercare di svegliarsi quando deve, ma - di nuovo - come tutte le mattine prende la sveglia, la spegne e la rimette esattamente al suo posto, coprendosi nuovamente fin sopra le orecchie e i capelli.

La mente sta già ricadendo lentamente nel sonno e in quel bellissimo sogno in cui le labbra di Jon sono così rosse e umide da fargli seccare la bocca quando sente un movimento al suo fianco.

Spaventato apre gli occhi di scatto, maledicendo le dannate tende dell’albergo dove alloggiano che non si chiudono come dovrebbero e lasciano trapelare un raggio di luce che gli ferisce lo sguardo non ancora abituato al bagliore.

Dopo i primi istanti di smarrimento dovuti all’accecamento, si rende conto che accanto a lui sotto le coperte c’è qualcuno il cui corpo ha sognato tutta la notte e non solo quel giorno.

Sbatte le palpebre un paio di volte e poi si stropiccia gli occhi, incredulo circa ciò che si vede davanti e che non riesce ancora a cogliere benissimo, addormentato com’è.

«Buongiorno, Rich», dice la voce dell’altro già troppo squillante per i suoi gusti.

Tutto ciò che riesce a dire a è un mugugno che nella sua testa suonava più come un “Che ci fai qui? Quando ti sei infilato nel mio letto?”, ma si rende conto che in quelle condizioni è quantomeno impossibile capirlo.

Perciò si limita a guardarlo sperando che non urli di nuovo e che capisca ciò che ha da dirgli senza bisogno di parole.

«Rich ma dormi ancora? Dai, svegliati è tardissimo»

Richie gli risponde con un altro mugugno scocciato dandogli le spalle, sperando così di rendere chiare le sue intenzioni e zittirlo una volta per tutte. Ancora una volta però Jon sembra non cogliere il suo intento e gli si butta addosso cercando di attirare la sua attenzione.

«Perché ti giri? Sei arrabbiato con me?»

Si sente esattamente sul punto di esplodere ma sa perfettamente che parlare prima del caffè per il suo umore potrebbe essere letale, idem per la sua voglia di vivere così di prima mattina per questo opta per uno «Shhh», appena accennato.

Il suo amico sembra finalmente aver capito cosa gli sta chiedendo perché senza dire una parola finalmente lo libera e lo sente armeggiare con le coperte e poi scendere dal letto.

Finalmente silenzio.

Richie muove la testa piano sul cuscino riappropriandosi del suo posto e del calduccio delle coperte quando sente qualcuno accanto al letto dal suo lato. Apre gli occhi e si ritrova Jon che lo guarda.

Ha solo una maglia lunga a coprirlo, le gambe sono lasciate libere e Richie non è per niente certo indossi i boxer perché non riesce ad intravederli minimamente nonostante la maglia non sia così lunga.

Sente la sua mente attivarsi e farsi se non proprio vigile, sicuramente più attenta di prima. Guarda Jon in viso e lo vede mordersi le labbra, con gli occhi bassi, mentre aspetta qualcosa.

Richie vorrebbe davvero avere la forza per dirgli qualcosa ma non ancora non ce la fa del tutto, però caccia una mano fuori dalle coperte e gli accarezza gentile un braccio, attirando la sua attenzione.

«Voglio stare un po’ con te», dice finalmente a bassa voce.

Questo, più la tenerezza che Richie sente fiorire nel suo petto a quelle parole, lo fanno agire ad una velocità normale per una persona standard e supersonica per un Richie mezzo addormentato. Alza le coperte contemporaneamente si scansa per fargli posto. Jon si accoccola contro il suo corpo e Richie cerca una posizione comoda per entrambi mettendogli una mano attorno al fianco e tirandoselo addosso.

È così caldo. Sentire la schiena di Jon sbattere contro il suo petto lo calma e lo attiva in un miscuglio di emozioni che non riesce bene a capire ma che al momento non ha voglia di indagare. Sente Jon iniziare a giocare con le sue dita lasciate morbide sul suo addome.

«Non riuscivo a dormire stanotte», inizia con voce piccola piccola. Richie in risposta lo abbraccia un po’ più forte.

«Ho fatto un brutto sogno e non sapevo da chi andare»

«Hai fatto bene a venire», riesce finalmente a dire Richie meravigliandosi lui stesso della capacità di articolazione che è riuscito a raggiungere.

In risposta Jon si fa più vicino con il bacino cercando contatto, facendo allertare qualsiasi recettore nella pelle di Richie che gli urla che Jon è nudo e sta pericolosamente vicino a lui.

Finalmente gli occhi di Richie si spalancano. La prima cosa che vede sono i capelli biondi di Jon sparsi sul cuscino. Poi vede la linea della mascella che si indurisce man mano che lo sente avvicinarsi.

La successiva reazione del suo corpo è quanto di più palese potesse succedere in quel momento ma anche quanto di più imbarazzante. Vorrebbe scansarsi per non far sentire a Jon l’effetto che ha sul suo corpo in quel momento ma al tempo stesso ha così voglia di restare abbracciato a lui.

Il torpore ed il sonno lo lasciano del tutto nel momento in cui Jon si volta all’improvviso, mettendo una gamba tra le sue che pericolosamente sale verso il suo inguine ed il viso così vicino che lo può sentire respirare.

Se non fosse stato così maledettamente fastidioso poco prima avrebbe di sicuro pensato che fosse un sogno, ma la pelle calda di Jon sotto le dita è vera, così come i suoi capelli, e le mani che si tengono alla sua schiena.

Richie lo guarda fisso e senza pensarci davvero si avvicina lentamente per dargli un bacio sulla punta del naso. Lo fa così piano non perché sia ancora addormentato, ma perché vuole dargli la possibilità di scansarsi in caso non voglia.

Jon però rimane esattamente dov’è e non muove un muscolo. Richie raggiunge la sua pelle cingendo la punta con le labbra e imprimendovi un dolcissimo bacio sopra.

Gli accarezza piano i capelli, scansandoli dal suo volto e liberando gli occhi azzurri. Con un dito disegna i suoi zigomi e poi la bocca. Vorrebbe baciarlo, lo vorrebbe davvero ma ha paura di ciò che potrebbe significare questo per la sua carriera e per la loro musica.

Così se ne resta immobile ad accarezzarlo e a confortarlo mentre lui si lascia cullare dai suoi gesti e si avvinghia sempre di più al suo corpo, tanto che ad un certo punto a Richie sembra di essere diventati una persona sola.

Non sa quanto questo sia percepito da Jon esattamente per come la pensa lui, non sa il motivo per cui l’amico si comporta in quel modo ma in realtà in quel momento non neanche voglia di indagare. Ha solo voglia di restare a letto a lasciarsi cullare dal bisogno di Jon di averlo vicino, di stringerlo forte e di scacciare i demoni che lo attanagliano con la sua vicinanza.

Richie sa perfettamente che anche senza il corpo di Jon da tenere al caldo non avrebbe mai potuto alzarsi dal letto così presto e così velocemente, sarebbe rimasto avvolto dalle lenzuola ancora per un bel po’ di tempo beandosi dell’immagine del suo amico nei sogni.

Invece, per qualche fortuito caso del destino, quella mattina insieme al funesto suono della sveglia era arrivato anche un corpo da tenere al caldo e dal quale cercare conforto, non solo un’immagine in un sogno, non solo un desiderio inespresso ma una certezza.

Nota che Jon ha chiuso gli occhi restando avvinghiato a lui e adesso che è più sveglio e più attento vede anche che attorno agli occhi vi sono due profondi cerchi viola, simbolo della sua insonnia e di quanto i pensieri lo stiano tenendo sveglio in quelle notti e si ritrova a pensare che vorrebbe che accadesse tutte le mattine il ritrovarselo a letto, anche senza motivo, anche parlando ad alta voce e disturbandolo.

Richie si accoccola un po’ meglio tra le sue braccia e chiude gli occhi beandosi di quella situazione. Non ha intenzione di dormire, ormai gli è passato completamente il sonno ma ha voglia di rimanere a letto e non alzarsi mai più, se può continuare a restare con lui.

Mentalmente prende atto del fatto che oltre a non riuscire a svegliarsi e quindi ad essere impossibile per lui svegliarsi la mattina presto se le cose continueranno così sarà impossibile anche proprio alzarsi dal letto anche se è già sveglio. Tutto sommato però, non è una condizione che gli dispiace.

 



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