smile_92: (Default)
smile_nd ([personal profile] smile_92) wrote2020-03-21 11:00 pm

Vivas ut possis, quando non quis ut velis

Fandom: Originale
Warning: Dialogo
Prompt: M5, Vivas ut possis, quando non quis ut velis.


Questa storia partecipa al cowt10 di Lande di Fandom





«La verità è questa» inizia sbuffando «avremo tutti una vita di merda e non solo. Per riuscire ad averla dobbiamo anche farci il culo. La felicità te la insegnano da piccolo, quando ti dicono di concentrarti sulle cose belle e ti nascondono quelle brutte. Ecco forse è proprio questa la felicità, non vedere le cose negative che accadono ogni giorno, fare finta che non esistano, ignorarle, vedi un po’ tu. Il punto è che devi eliminarle dalla tua mente e dai tuoi occhi, non importa come ci riesci, e poi devi andare avanti per la tua strada e non permetterti mai e poi mai di soffermarti sullo schifo che ti circonda. Se ci ricaschi è un attimo, tutto torna ad ingrigirsi. Devi far fuori tutta la merda che hai intorno e nasconderla sotto al tappeto se necessario e non alzare mai e poi mai il tappeto.

A te lo avevano insegnato, a non guardare sotto al tappeto. Nel modo migliore, per giunta. Ti avevano messo davanti agli occhi un’illusione, milioni forse. Ti avevano detto che era la realtà, ti avevano fatto credere di essere forte perché riuscivi sempre ad andare avanti. In realtà andavi avanti perché non vedevi quanto facesse schifo. Non eri forte, eri solo felice.

Poi, non so perché in realtà, hai iniziato a stracciare il velo che ti copriva gli occhi. Te la sei andata a cercare. Volevi capire, apprendere – ride amaramente – ma non hai capito la cosa più importante, che non c’è ritorno dalla verità. Una volta che guardi al di là del velo sei costretta a viverci.»

Lei lo guarda senza parlare e senza fiatare.

«Lo so cosa stai pensando. Non te ne sei accorta all’inizio, avevi ancora davanti agli occhi tutta quella luce, tutta quella bellezza, la sicurezza. Hai pensato di poterlo rimettere a posto lo schifo che ti circondava, ma sai cosa? Non puoi rimettere a posto una cosa che è nata già così. Non puoi cambiare qualcosa che è stata creata apposta per essere così. Sarebbe come voler cambiare il corso della terra attorno al sole, oppure lo scorrere del tempo. Non puoi farlo. Puoi solo accettarlo.

Sai quando ti ho vista la prima volta avevo capito già a che punto ti trovi. Sei nel bel mezzo dello schifo, vedi in fondo quella piccola luce che ti dice che andrà bene ma in realtà hai già capito che non esiste. È un miraggio. Lo crea la mente quando inizia a delirare per il caldo e la mancanza d’acqua. In questo caso lo crea per la sofferenza. Siamo esseri che tendono a rifuggire il dolore. La nostra mente in questo modo pensa di poterci alleviare le pene. Forse, però, solo chi ha provato cosa vuol dire illudersi su sé stessi può capire la sofferenza che si prova nel constatare che sono tutte menzogne e che avremmo di gran lunga preferito rimanere a soffrire e assuefarci al dolore che vederlo alleviato per un periodo finito, tornando a risoffrire nuovamente.

So che lo hai capito, perché non sei stupida, nonostante ultimamente hai desiderato di esserlo. L’intelligenza è stata la ricompensa che hai avuto in cambio della felicità. Ed hai capito, anche se troppo tardi, che l’intelligenza è un’arma a doppio taglio. Nel momento stesso in cui la prendi in mano ti tagli. Perché l’intelligenza non serve a nulla se non hai tutto il resto a farti andare avanti. Non serve a niente se non hai dei guanti a proteggerti le mani dalla lama che non prevede impugnature.

L’intelligenza ti farà sanguinare finché non avrai più neanche una goccia che ti scorra nelle vene. È la maledizione che dobbiamo accettare per aver cercato di capire e conoscere più di quanto ci è stato concesso. Qualcuno direbbe che è Dio stesso ad avercela mandata, ma tu sai perfettamente che Dio è uno di quei miraggi che si mettono in fondo alla strada buia e ti promettono la luce. È creato solo dalla paura e dall’istinto a rifuggire la sofferenza: se non possiamo annientarla qui che almeno ci sia qualcosa al di là di tutto questo in cui non potremo soffrire. È una bella menzogna non trovi? Credere che la sofferenza possa non esistere è una delle più grandi illusioni della nostra specie.»

«So che non esiste la felicità, l’ho capito. Esiste l’accontentarsi al massimo e comunque non è concesso a tutti. Ma c’è una cosa che non mi è chiara, se la sofferenza è la verità e se non esiste nient’altro perché ogni volta che tento di accontentarmi di una vita mediocre, fatta su misura per me, normale e monotona sento ogni cellula del mio corpo piangere. Sento una sofferenza dentro immane e qualcosa che urla di non soffocarla e nonostante io ci provi sempre, costantemente, nonostante le tolga aria, nonostante tanti di ucciderla quella continua a urlare di non soffocarla. Se morisse non soffrirebbe più. Invece non si arrende, continua a soffrire. Se rifuggiamo tutti naturalmente la sofferenza perché questa voce dentro me non mi abbandona e non se ne va? Smetterebbe di soffrire»

La guarda per qualche istante e poi prendendo una boccata di fumo riprende a parlare, sorride appena, solo con un angolo della bocca. «Ti è toccata la cosa peggiore. Quella voce che senti dentro di te è un’illusione che ti vive dentro. I più fortunati, tra gli infelici, sono abitati da illusioni deboli, che si esauriscono naturalmente. Le illusioni forti di solito abitano chi è felice e vive la sua vita senza guardare al di là del velo.

C’è però una terza categoria di cui tu fai parte. Quella di coloro che sono al di là del velo e hanno illusioni forti. È probabile che tu l’abbia alimentata così tanto mentre eri giovane che ora abbia preso vita propria e residenza dentro di te. Non puoi liberartene facilmente. Le devi corrompere le illusioni.

Le anneghi di alcol, le soffochi di fumo, le stordisci con le droghe, oppure le illudi a loro volta.

Devi convincerle a lavorare a qualcosa. Devi metterle al tuo servizio ed usarle, non farti usare da loro. Solo in questo modo potrai riuscire a trovare una strada.

Ah! Un’altra cosa! Ti illudi ancora di fandonie. Nessuno ha una strada prestabilita che ci viene data a prescindere. Chiunque deve farsi il culo. Sia i felici sia chi è oltre il velo. Questo vuol dire, mia cara, che dal momento in cui sei qui, tra noi curiosi, devi farti il culo per cercarti una strada che non sia già occupata, che tu possa raggiungere con le tue gambe e continuare a percorrerla.

Quindi, sì, è esattamente come stai pensando. Non puoi avere la vita che vuoi, devi accontentarti di ciò che hai. Devi farti il culo per costruirti una vita di merda».